TERAMO – I vandali tornano ad essre protagonisti della notte e lo fanno stavolta scegliendo un muro eccellente, quello del casa vescovile di piazza Martiri della libertà, tra gli altri ‘imbrattati’. Questa mattina l’amara sorpresa: scritte con lo spray rosso e nero a firma ‘Teramo 1913’ e ‘Curva Est’, offensive dei giornalisti e del quotidiano La Repubblica, campeggiano contro le pareti del vecovado proprio sotto l’ufficio di monsignor Michele Seccia. Gli autori sedicenti tifosi-ultras, che hanno ritenuto oltraggaire il bene pubblico e nel caso specifico il palazzo del vescovo, per replicare come ha fatto un loro leader storico, Davide Rosci, contro il servizio sul quotidiano nazionale che indicava proprio Rosci tra i dieci "padroni" delle curve calcistiche. Evidentemente non d’accordo con questa scelta mediatica, i vandali hanno messo le loro firme sul quel muro come su tanti altri della zona. La scorribanda è iniziata ppoco dopo le 10, come testimoniano le immagini di numerose telecamere a circuito chiuso di cui adesso pullula il centro storico. Da scritte contro la tifoseria anticamente avversaria, il Giulianova, al ribadito logo ‘Teramo 1913′, ad altre offese e minacce lasciate con vernice indelebile attorno alla sede del Muncipio di piazza Orsini. Sull’episodio indaga la Digos della questura di Teramo e la polizia scientifica ha già acquisito presso il comando della polizia municipale il filmano delle telecamere di videosorveglianza che ritrae gli autori mentre imbrattano il muro della Curia. E’ molto probabile che stavolta, dall’incrocio delle immagini con altri fotogrammi in possesso della polizia, sia posibile risalire ai nomi e cognomi degli autori. Sul posto è intervenuto anche il sindaco Brucchi che ha dato disposizioni al personale tecnico del comune di rimuovere le scritte.
Rosci prende le distanze. Sull’episodio in serata è intervenuto proprio il diretto interessato, Davide Rosci, che attraverso il suo avvocato, Filippo Torretta, ha precisato che non possono essere addossate a lui eventuali responsabilità sulle scritte perchè è detenuto tra domiciliari e carceri, dal 20 aprile 2012, e non può incontrare i famigliari nè i suoi avvocati nè altri. «Da ciò si deduce che non può essere associato a quanto fatto, scritto o pensato da chi oggi frequenta la curva del Teramo calcio». Per quello che riguarda l’articolo pubblicato sulla Repubblica, in cui viene definito uno dei dieci ultras più pericolosi d’Italia, «è doveroso precisare come sia stato condannato per fatti legati alla frequentazione della curva solo una volta e diversi anni fa. E’ stato inserito nell’articolo solo e soltanto per quanto accaduto a Roma nella manifestazione indetta dagli Indignati, e non per la sua passione calcistica. L’articolo della "Repubblica” – conclude l’avvocato di Rosci – spicca, rispetto a Davide Rosci, per approssimazione ed imprecisione».
Infine, proprio in virtù di quanto sopra, Davide Rosci, candidato alle prossime elezioni regionali con la lista di Rifondazione Comunista “Un’altra regione”, candidato presidente Maurizio Acerbo, desidera che il suo nome venga associato alle sue idee e proposte per la regione Abruzzo e non solo.